La nostra scrittura dice molto di noi. Come il nostro volto e la nostra voce, è unica e ci ‘assomiglia', ci rappresenta e ci identifica. Quando scriviamo a mano il tempo rallenta e ci consente di stare con noi stessi. È un modo per metterci in contatto diretto con le nostre emozioni e lasciarle diffondere liberamente sul foglio di carta, creando un'intima unione tra la mano, il braccio, il cuore e la mente. La calligrafia è innanzitutto un gesto fisico: attraverso il contatto dell'inchiostro con la carta creiamo la memoria di un gesto individuale con l'uso del corpo e dello spazio.
Continua...Camminando è ancora possibile scoprire un mondo diverso, più vicino alla natura e alla nostra stessa dimensione umana. Quando siamo in cammino corpo e mente riescono a percepire l'insieme degli elementi che ci circondano come parti di una realtà fluida e in continua trasformazione. Forse è per questo che molte nuove idee nascono mentre percorriamo a piedi un sentiero di montagna o una strada della nostra città, quando il flusso dei nostri pensieri può assumere direzioni impreviste e attraverso intrecci articolati, dare forma a nuovi processi creativi.
Continua...Il fascino di un oggetto, di una persona o di un paesaggio è diretto, istintivo, immediato. Ma il concetto di bellezza in sé, invece, rimane costantemente sfuggente, indefinibile, inafferrabile. Non sappiamo dire perché qualcosa ci affascini o ci emozioni. È difficile penetrare nel mistero più profondo del motivo della nostra attrazione. Gli antichi greci attraverso l'idea che «la bellezza è nell'occhio di chi guarda» cercarono di stabilire in che misura la storia, la cultura e l'esperienza dell'osservatore influiscano sul giudizio finale: questa cosa è bella in sé o piace a me perché l'ho guardata con i miei occhi?
Continua...Di che cosa è fatto un mito? Una delle possibili risposte è: di noi stessi. Di proiezioni, immaginazione, ammirazione o paura, persino di tecnica o di tecnologia. I miti contemporanei, come quelli di tutti i tempi e tutte le civiltà, rappresentano una polarizzazione del bene o del male attorno a qualcosa: una persona o un oggetto, un sogno bello o brutto, un archetipo o un suo feticcio. Quest'anno volevamo sorridere per qualcuno dei miti che ci accompagnano, scelto in modo perfettamente arbitrario, e illustrato in modo da farci pensare un pochino. Innanzitutto, a cosa c'è al di là del mito.
Continua...Le linee che uniscono una storia alla sua comprensione. Viviamo immersi in quello strano, sfuggente fluido che chiamiamo tempo. È il luogo dove tutto accade: dove le storie nascono, si sviluppano, e possono concludersi. Ma il tempo serve alle storie anche per un altro motivo: per essere raccontate e comprese. Certe storie sono lente a spiegarsi e a convincere: pensiamo alla storia di un'idea, di una religione, di una scienza. Altre richiedono meno tempo: chiunque per esempio abbia raccontato una storia a un bambino non può dimenticare la scintilla nel suo sguardo finale, quella che significa «Ora ho capito».
Continua...Leonardo dice che "la pittura è cosa mentale". Questo è più che mai vero oggi quando l'Arte è soprattutto pensiero di un artista che esprime ciò che è in lui. Ma, "il pensiero è come un uccello dei cieli, che in una gabbia di parole riesce a distendere le ali ma non può volare": sensibile osservazione del poeta libanese Khalil Gibran. L'arte contemporanea è filosofia del presente, espressa tramite differenti forme dai molteplici contenuti. L'espressione artistica, resa tangibile dall'autore, viene poi trasformata dal critico in parola, relazionando significato e significante.
Continua...Provare a raccontare Roma è un'operazione difficile, se non impossibile. È una città troppo complessa e contraddittoria, carica di storia ed emozioni, densa e ricca di rimandi. Roma, in tutto, è troppo, ed il compito di provare a decifrarla diventa ancora più arduo per chi ci vive e si muove tra le sue pieghe ogni giorno. Mossi dal rispetto per questa città, abbiamo voluto tracciare l'itinerario di un amore, segnato sulla mappa da momenti nati da uno sguardo intimo e soggettivo. I dodici mesi del nuovo anno sono narrati dunque attraverso sei coppie di concetti opposti e vicini (sotto/sopra, dentro/fuori, luce/ ombra, padre/madre, vuoto/pieno, morte/vita) che continuamente si attraggono e respingono, come nelle grandi storie d'amore.
Continua...In tanti parlano di design italiano, di Made in Italy, di Italian Style. Ma dire cosa lo rende unico al mondo è difficile, spesso anche per noi italiani. Abbiamo provato a cercare una risposta nella sua storia e nel suo presente, nelle sue idee e visioni. Di sicuro, la spiegazione del suo successo non si trova nella materia prima, come può essere il legno per il design scandinavo. Né nella tecnologia composta e ordinata di quello giapponese. E neanche in una tipologia principale; anzi, la pluralità è un suo punto di forza. Nel design italiano, infatti, anche le apparenti diversità creano un pensiero circolare che si nutre dello scambio tra discipline. Ecco allora che artigianato e industria si incontrano; che nell'immaginario dei progettisti le icone dell'arte vengono trasformate in forme funzionali; che i messaggi etici possono trovarsi anche in un oggetto d'uso quotidiano.
Continua...La società contemporanea sembra oramai priva del concetto di tempo. L'uso delle nuove tecnologie, che pervade la vita di tutti i giorni, ne è una delle cause principali. Oggi possiamo comunicare a distanza, leggere, informarci, fare acquisti, investire denaro, praticamente in ogni momento della nostra vita, mentre idee, saperi e opere, ci vengono presentati in un dimensione a-temporale in cui tutto sembra schiacciato sul presente. Tutto questo ci comunica la sensazione di un "fattore-tempo" fluido e discontinuo, strettamente connesso alla nostra percezione dello spazio fisico.
Continua...Guardare, immaginare e sognare sono da sempre capacità distintive dell'uomo, l'unico essere creatore d'immagini, attraverso le quali, da sempre, prova a trasmettere conoscenza ed emozioni. Non appena si azzardi a esaminare forme poco più che elementari, chi lavora con le immagini rimane ogni volta stupito dalla sostanziale insufficienza di teorie scientifiche e supposizioni che riguardano la percezione visiva. In realtà, la grande complessità dei fattori coinvolti rende difficilmente controllabile l'esattezza del messaggio rispetto all'intenzione.
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